Tango Estilo Salon, Milonguero, Nuevo, Orillero o Fantasia ?
Indagine sullo stile Milonguero con una intervista esclusiva a Kely y Facundo Posadas, una coppia famosa del tango argentino che può raccontare, per averli vissuti, gli anni in cui si formarono molti degli stili che oggi balliamo.
Spesso si sente dire ” No io questo non lo so fare, sai ballo il tango miloguero….” oppure ancora prima di iniziare ” io ballo il tango milonguero….” come per mettere le mani avanti e scusarsi in anticipo.
Altre volte invece qualcuno chiede ” Cos’è il tango milonguero ? Sai un mio amico mi ha detto che balla quello stile lì……”
Io a queste persone spesso rispondo citando Alejandro Aquino:
“Beh…Se non sai ballare il tango ti rimane pur sempre il tango milonguero !”
Alejandro Aquino ballerino coreografo scelto insieme alla sua compagna da Osvaldo Pugliese nel 1989 per far parte della sua grande orchestra, in una intervista pubblicata su “Il Tango - sentimento e filosofia di vita” - di Elisabetta Murraca edito da Xenia Edizioni nei tascabili 2000 si pronuncia proprio così, (pag 98) come citato sopra, sul tango milonguero.
E ancora in un’altra intervista a Osvaldo Roldan (insegnate dello stile milonguero) leggiamo:”…questo stlie (il milonguero ndr) è abbordabile da qualsiasi tipo di persona, grassa o magra, alta o bassa, che abbia o meno problemi di ritmo….” (pag 101)
In altre parole un tango per chi non sa ballare il tango argentino, buono anche per chi ha problemi di ritmo e musicalità ? Un tango di serie B ?
In realtà il tango milonguero si dovrebbe chiamare più precisamente “del centro”.
Milonguero è un termine improprio, il milonguero è il ballerino che frequenta la milonga, e non è certo meno milonguero se balla il tango salon o un altro stile.
Grazie a dio nel tango argentino a differenza della salsa (portoricana o cubana) chi sa ballare tango lo sa ballare con tutti. Eppure sembra che i ballerini che seguono lo stile milonguero siano (insieme a quelli che seguono il tango nuevo) gli unici che si debbano giustificare per non sapere come fare questo o quest’altro.
Il tango del centro (o milonguero) ha un abbraccio molto stretto, ballando molto stretti non si possono fare molte cose con i piedi; gli ochos cortados per esempio nascono proprio perchè la donna non può allungare bene i fianchi, ed oltre a pochi altri passetti non si può fare altro.
Di solito il tango è molto più libero: nel tango si può fare di tutto, basta che sia guidato, segnalato, che si capisca e che non metta in difficoltà gli altri.
Una tra le teorie più accreditate vuole che il tango oggi detto milonguero nasca dopo gli anni 70 in centro, a Buenos Aires, nelle confiterias (luoghi di ritrovo simili a bar o rosticcerie, dove si può fare uno spuntino e anche ballare).
Nelle confiterias si recavano in pausa pranzo gli impiegati, uomini o donne, ma non necessariamente per ballare, bensì per fare conquiste, oggi diremmo a “rimorchiare donne”. Queste persone non erano interessate al ballo ma ad appoggiarsi ad una donna, stringerla e parlargli all’orecchio. Ed erano persone che, non essendo interessate al ballo, per la maggior parte non sapevano ballare.
Nacque quindi questa “moda” di ballare molto chiusi, stretti, un tango fatto di tanti piccoli passetti e qualche giro.
Si diffuse quindi piano piano questo modo di ballare, che ancora oggi alcuni non definiscono nemmeno uno stile ma appunto una moda, e che continua a creare così tanto disagio in chi lo apprende. Una cosa è certa chi balla in asse il tango salon non ha problemi a ballare anche molto “apilado” come nello stile milonguero. Quindi la questione si pone molto per i ballerini in stile milnguero quando si mettono in gioco con gli altri: da qui la famosa frase ” eh ! scusa sai io ballo il tango milonguero…”.
Ho visto molti insegnanti di stile milonguero che nel momento di esibirsi buttavano via il loro stile per sfoggiare un tango in asse, da salon, aperto, più libero che si trasformava poi nello stile coreografico o fantasia.
E si vedono spesso molti allievi di questi insegnanti delusi, quando poi durante una esibizione i loro maestri non propongono il tango che insegnano ma qualcos’altro.
Lo stile Milonguero si adatta bene a piste piccole, strette, dove c’è poco spazio, o appunto in tutte quelle situazioni dove si richiede di essere a stretto contatto.
Nella pratica da milonga è facile passare da uno stile all’altro per il milonguero vero, ovvero colui che sa ballare il tango argentino e usa lo spazio, l’abbraccio, i passi e il ritmo della musica per esprimersi come il sentimento e l’estro del momento gli suggeriscono.
Dunque ricapitoliamo Il tango argentino non è come la salsa, per cui chi balla la portoricana non si capisce con chi balla la cubana e così via.
Il tango argentino è uno solo, chi balla tango argentino lo balla con tutti.
Gli stili diversi nel tango argentino non precludono di ballare con altre persone, caratterizzano solo la quantità e il tipo di passi e movimenti che uno può fare.
Nello stesso tango si possono alternare vari stili, allargando o chiudendo l’abbraccio, facendo o non facendo alcuni passi o figure, si può passare dallo stile salòn a quello più fantasia, spazio permettendo, per tornare poi di nuovo apiladi.
Chi dice io ballo solo il tango milonguero o il tango nuevo e non è capace di eseguire i passi fondamentali del tango ha delle carenze tecniche molto forti.
Ricordo un esempio recente: ho conosciuto una ragazza che balla, dice lei, il tango milonguero da tre anni ma non sa fare gli ochos, se mi guidi, dice, io faccio tutto, si in effetti tutto male, senza criterio, senza eleganza e senza tecnica.
Un suggerimento: quando qualcuno vi chiede voi che stile ballate ? Rispondete:
“Io ballo il tango argentino, e tu che pezzo ti sei perso di questo ballo ?”
In una intervista rilasciata in esclusiva ascoltiamo la storia di come nasce lo stile milonguero.
Kely y Facundo Posadas - Madrid - Accademia delle Belle Arti - dicembre 2006
10° Encuentro de Tango con Los Grandes.
Los Chantas Cuatro Team
3 commenti
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mi fa male il collo per tutte le volte che ho annuito leggendo questo articolo. Sono daccordo sulla limitezza fondamentalista dello stile apilado. Non va, infatti chiamato milonguero, perché io, anche sul palcoscenico, ballo milonguero, cioè improvvisato, guidato, ispirato dalla musica e con una splendida bailerina seguidora. Qualsiai stile, nuevo, neo, salon ecc. può (deve) essere balato milonguero. Sulle origini del tango-tram (dalla posizione della mano sx del baron) dissento dalla interessante spiegazione riportata nell’articolo. E, aggiungo anche, che nello stile “del centro” si può fare tutto il repertorio del tango, come insegnano La Padula e Dolores de Almo. Ho letto in un blog il commento incantato di una ballerina italiana cha a BA ha conosciuto un vejo milonguero che la ha fatta estasiare, perché in un’intera tanda ha percorso sì e no 5 metri. Allora io direi: se vai in una pineta al chiaro di luna, ti diverti di più e in maniera più esplicita
saluti bien tangueri.
Giò
E’ un buon articolo. E scritto bene.
Solo su una cosa non sono pienamente d’accordo. Mi pare troppo riduttivo l’inquadramento del tango milonguero.
In realtà il milonguero abitua ad una sensibilità sottile nel calibrare il movimento, e spesso chi balla normalmente salon e vuole ballare milonguero questo controllo, questa capacità di calibrare al capello, non la trova. Ossia balla milonguero, ma maluccio, o meglio senza finezza. Poi, può anche darsi che chi balla solo milonguero non sia capace di ballare salon (neppure male).
Mettiamola così: è un po’ come per i ciechi, che avendo perso un senso ne hanno rafforzati altri. Così il milonguero, che si è privato di una serie di strumenti espressivi, ha reso più sottile la comunicazione a livello del tronco.
C’è da imparare e scoprire in tutti gli stili. Ognuno ha valorizzato qualcosa, ed è solo un piacere andare a scoprire cosa.