Quegli abbracci strettissimi in cui le facce sono appiccicate!
I diari della Luchadora #11
Non sono sparita. Ma non si può scrivere se non se ne sente la necessità . Si dicono così tante cose sul web a proposito del tango! Tutti che hanno la verità in mano. Facciamo così: partiamo dal presupposto che io non ne so niente. So solo quello che provo. E la scorsa notte ho provato qualcosa di incredibile.
Non era la prima volta che ballavamo insieme. E anche le altre volte ci eravamo ritrovati nell’abbraccio. Ma ieri sera. Cos’è successo ieri sera? Voglio riportare una discussione su facebook con un amico tanguero:
- “Ma, secondo te, se balli una tanda meravigliosa…la meraviglia la avverti solo tu o è di tutti e due? Ed è possibile che, dopo, hai quasi paura per quello che hai provato?”
- “Direi di sì. Ed è la stessa cosa per entrambi…almeno secondo me!”
- “Oddio, sono fregata!”
- “Oppure hai svoltato, no?”
- “No, sarà la mia rovina! …sai quegli abbracci strettissimi in cui le facce sono appiccicate, tu senti lo stomaco e il cuore dell’altro, i respiri che vanno insieme, passi piccoli e intimi nel proprio spazio. Attorno non vedi e non senti nessuno. E l’unica cosa che lui riesce a dire tra il primo e il secondo tango è: “Bello!”. Tra il secondo e il terzo tango mi sa che mi ha detto qualcosa ma già non ci stavo capendo più nulla! E tra il terzo e il quarto tango…niente! Fermi, nella stessa posizione anche quando la musica era finita. Uno stacco. Di nuovo l’invito , la mano, l’abbraccio, il respiro e via…e alla fine della tanda…fermi. Ancora una volta. Come a voler cercare di trattenere quella sensazione bellissima fino all’ultimo istante. Poi, di colpo, come se fossimo ripiombati nel mondo presente, nella milonga affollata, sentivo di nuovo che attorno a noi c’erano tante altre persone. Un veloce “grazie”. E me ne sono andata. Anzi, no: sono scappata! E mentre cercavo goffamente le mie scarpe da ginnastica tra le altre mille scarpe sul pavimento, almeno tre bravissimi tangueri mi hanno invitata a ballare l’ultima tanda della serata. E mentre dicevo “No, grazie”, vedevo lui, dall’altra parte della sala, che mi guardava divertito. Anche lui fermo. Non stava ballando l’ultima tanda della serata. Però sembrava divertito e anche compiaciuto per quel mio imbarazzo. Sfacciato! Quasi lo odio.”
Lo stato confusionale di ieri sera stamattina non accennava a diminuire. Mi è venuto in soccorso un altro amico tanguero che mi ha scritto:
“..ti cito, nel caso non l’avessi sotto mano, piccoli passi del libro della Muraca (pag.18/19/20): …come è possibile questo incontro così profondo? incontro che non necessita di parole, di presentazioni, di maschere sociali ma solo di ascolto di un altro corpo insieme alla musica. … sarà questo che confonde? la totale assenza di sovrastrutture che ci mette a nudo di fronte all’altro? .. proprio per questo mi piace il tango : l’esempio puro del “contatto qui ed ora”, unico ed irripetibile !
…quando inizia allora la confusione? Forse quando il livello emotivo sperimentato si coniuga con quello immaginativo e ci sembra di aver trovato “qualcos’altro” nelle braccia di quell’uomo, capace di farci ballare una tanda mozzafiato. Immagino che anche all’uomo accada qualcosa di simile, perchè ovviamente anche lui gioisce se abbraccia un corpo morbido e caldo, un corpo che si abbandona alla sua guida …
…si dice che a noi donne piace parlare e che gli uomini fatichino ad emettere un suono articolato su ciò che sentono. Forse per tale motivo un buon tango diventa “mitico”, un’intesa perfetta senza sforzi, un accordo struggente senza necessità di parole, mediato soltanto dalla musica : “un’attrazione fatale”, appunto !
…dunque la confusione nasce paradossalmente dal piacere, dall’affinità , dall’incontro, dalla credenza che qualcos’altro sarà possibile. E che questo “qualcos’altro” potrà essere una breve storia di letto, una relazione, un breve o lungo percorso di vita in comune, un progetto … ma che, nel caso si avveri il desiderio, il più delle volte smette di essere un tango, purtroppo …
…si dice che l’innamoramento sia uno stato alterato di coscienza, sarà forse per questo motivo che molte persone si innamorano così frequentemente? Sembra che lo facciano di professione, transitano continuamente in quel territorio sconnesso ed eccitante, forse perchè è l’unico luogo della coscienza in cui si sentono vivi.
Un abbraccio milonguero!”
E’ veramente così? Per me il libro della Muraca è stato una Bibbia per quasi un anno. Oggi, però, mi chiedo se un po’ non si svilisca il tango attraverso l’analisi psicologica delle nostre emozioni.
La Luchadora