Dic
02
2011
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Escamillo 0 Tangofichetti 1

I Diari di Escamillo #9

Eccolo li, avanza, c’ha i pantaloni larghi, tipo a campana, del modello che coprono la lunghezza intera dei piedi.
La camicia, a righine, è molto fashion, la barba, invece è curata per essere volutamente incolta.
Indossa scarpe che sembrano più adatte a fare ginnastica che a ballare tango, molto fashion pure quelle.

Si avvicina, la invita, lei si alza e lo abbraccia, iniziano a ballare.
Io li guardo e capisco che lei non è più mia, da tempo, in verità, ne ero inconsciamente consapevole, ma non mi ero ancora rassegnato.
Infine me ne sono reso conto, l’altra notte, in milonga, grazie al tipo con i pantaloni larghi, degno rappresentate del tango romano fashion e finto fichetto.

Io c’ho i pantaloni vecchio stile, le camicie vecchio stile, la barba a volte incolta e non curata, dipende se ho finito la schiuma da barba o meno.
Le scarpe sono un bel modello anni 30 comperate a Buenos Aires, eh già la Buenos Aires che non vi ho più raccontato, perchè sono andato sotto un treno di nuovo.

Ciao sono Escamillo, a volte ritorno, ma comunque a quanto pare non imparo mai.

Forse di Buenos Aires vi scriverà la redazione o forse io, non so ancora.

Nel frattempo riprendiamo con il tango, sono recidivo, dicevo, non imparo mai.
Ho preso di nuovo l’ennesima fregatura tango-sentimentale.

L’articolo della Luchadora mi ha fatto svegliare e scrivere queste due righe, l’opinione di un uomo, sulle sue elucubrazioni psicoperplesse.

Gli uomini ti/vi ridacchiano per tanti motivi: non sono coinvolti psicologicamente come le donne a pensare che se balli bene con uno, poi necessariamente quella sensazione vuole dire che c’è affinità o qualcos’altro.
Gli uomini non fanno molti film mentali: in genere solo uno, proprio quello che pensi ora.
Gli uomini, quelli intelligenti, si rendono conto dello stato emotivo psicoalterato da film hollywoodiano delle donne, che nel tango, cercano, a seguito delle forti emozioni che provano, consciamente o incosciamente, appagamento alle loro aspirazioni.
In genere gli uomini, nell’mmediato, cercano poche cose, semplici e primitive.
Gli uomini, quelli non intelligenti e maliziosi, che si rendono conto di queste vulnerablità, se ne approfittano.
A volte ridacchiano, se sei fortunata, altre volte pianificano di mettere una tacca sulla pistola.
Infine gli uomini non sono tutti come li descrivo io e generalizzare può non essere esatto ma comunque dà una idea.

Penso che specularmente possa valere molto anche per le donne solo “al revez”.
La mancanza di sovrastrutture, lo straniamento, il ribaltamento delle convenzioni, in quei tre minuti di tango è cosa nota, studiata e a volte i suoi effetti sono anche consigliati, come è capitato a me.
E’ un piccolo shock mentale che ci costringe a considerare noi, gli altri e il mondo da un altro punto di vista.
La tangoterapia.

Il tango non è giusto leggerlo solo attraverso questi filtri psicostupidi suggeriti da questi libri, è riduttivo e pretestuoso.
Va oltre, indagarlo è una esperienza che diventa un cammino personale e unico.

Ho notato che alle donne interessa spesso, e parlano quasi solo, dell’aspetto fisico dl contatto e delle sensazioni mentali che questo causa in loro.
A me piace pensare che è un ballo, e che serve la musica per ballare. E di questo non parla nessuno.
Il resto sono solo i nostri problemi personali, o i problemi della educazione che ha ricevuto la nostra generazione e che cerchiamo di proiettare ovunque e dovunque.

Poi nei casi peggiori, per un uomo, ti compri pure i pantaloni larghi, a campana, le camicie a righine, le scarpe da 150 euro pseudo da ginnastica e fai finta che ti sei scordato di farti la barba da tre giorni.

Il tango amato odiato maledetto, solo una scusa per rimettere a posto i nostri casini che ci portiamo dentro.
Un prestesto per crearne altri, una opportunità a volte persa di divenire migliori.

Escamillo


Written by admin in: Varie | Tag:, ,
Feb
22
2011
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Diari da Buenos Aires

I Diari di Escamillo #8

Diari da Buenos Aires-2

Gli Argentini di Buenos Aires - la gente i posti l’atmosfera

Quando si generalizza si commette sempre l’errore di generalizzare, appunto.
Tuttavia sono convinto che ci siano alcuni tratti che caratterizzano gli abitanti di Baires, tutti o quasi:
ebbene un tratto comune è che molti di loro pensano veramente di essere più furbi che nel resto del loro paese, e non solo, e questo senso di scaltrezza a volte li rende un po’ spocchiosi.
I porteños, gli argentini di Buenos Aires, sono tutti cordiali, a volte anche troppo, nel senso di quella cordiale invadenza tipica del sud del nostro paese.

La forte crisi economica che hanno vissuto e di cui pagano ancora oggi lo scotto li ha divisi in classi sociali tutte essenzialmente povere.
E’ facile vedere in giro i “cartoneros”, persone che vivono esclusivamente raccogliendo cartone, e poi piccola criminalità quotidiana dovuta alla miseria e gente che chiede soldi ovunque.
Possiedono e mantengono, nonostante il disagio economico, una loro dignità, non troverete l’accattonaggio tipico ed esasperato che si trova nei paesi arabi poveri o in quelli nordafricani, per chi ci è stato.

No non mi riferisco a quel tipo di povertà, è una povertà diversa, che mi ha colpito di più, mi ha fatto pensare a come potremmo essere noi stessi nel nostro paese ridotti male se le cose andassero per il verso sbagliato.

In città alcuni palazzi di quella che una volta era una bella e sontuosa città ora sono fatiscenti.
E’ incredibile la sensazione che si prova a sedersi nel salone di un caffè del centro rimasto intatto nel mobilio  a come era nel secolo scorso, eppure liso, trasandato e fatiscente.
Lo straniamento temporale è poi rafforzato anche dai modi di fare che hanno le persone, dalla gestualità, dagli abiti, dal modo di parlare e dai loro visi.

Il sentimento che gli argentini di origine italiana provano nei nostri confronti è strano, un misto di odio e amore.
Molte persone ti avvicinano desiderose di parlare, di conoscerti, di avere notizie italiane e di raccontarti le loro vicende, altre hanno un sentimento di stizza e rancore per un paese, il nostro, che i loro nonni hanno dovuto abbandonare, che non ha dato nulla nè ai loro genitori nè a loro, e che ancora oggi non dà nemmeno la possibilità di tornare, è odio per il posto che li ha costretti ad emigrare.
Altri sono indifferenti, difficile comunque dire che si sono integrati come gli italiani che emigrarono negli stati uniti.
Continuano a produrre cibi, come i pomodori in bottiglia, le soppresate e altro che producevano i loro nonni.
Si tramandano queste usanze che oramai non sanno più nemmeno loro se siano italiane, mentre bevono il mate che di sicuro non lo è.

Il mate è una bevanda simile al té, si produce con un infuso di erbe e acqua calda, qualcuno aggiunge zucchero.
Il mate si beve in un contenitote ricavato da una piccola zucca lavorata, chiamato mate, e si beve con una cannuccia in argento (se sei ricco) chiamata bombilla.
Il mate è una bevanda sociale, si passa di mano in mano, o anche si beve da soli.
In giro si vedono molte persone con il termos dell’acqua calda prepararsi un mate, anche in strada o in milonga.

La nostalgia è comunque presente in tutti coloro che hanno origini italiane.
Ora capisco meglio come nasce e si presenta nel tango.

Dopo qualche giorno, passati gli effetti del fuso, capito come funziona la metro, orientati i quartieri cominci a sentirti a casa tua, allora inizia il divertimento vero.

Inizi a pensare che sei a Buenos Aires, che intorno a te c’è il quartiere Palermo, la Boca, San Telmo e sei alla mecca del tango dove tutto è esploso, dove tutto è iniziato.

I quartieri “storici” da vedere sono tanti, il termine quartiere è barrio, quindi per citare solo quelli
da cui iniziare dire che non si può fare a meno di mettere in elenco quelli che ho citato e da cui iniziare, cioè  la boca, santelmo, e palermo.

Prima di partire però è d’obbligo tuffarsi subito nella Calle Florida, una sorta di arteria principale della città, piena di negozi e gente che passeggia.

E’ facile trovare in questa via persone che ballano tango per la strada, in cambio di monetine e mance.
Il peggiore di loro è migliore di molte lunghezze di molti che a Roma si fanno chiamare maestri.
Mentre li guardi capisci perchè molti di loro sono venuti in Italia, altro che monetine !

Vostro
Escamillo


Written by admin in: Varie | Tag:, ,
Feb
03
2011
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Escamillo a Buenos Aires

I Diari di Escamillo #7

Diari da Buenos Aires

Scusate il ritardo, Escamillo è ancora vivo non è sparito.
La notte di capodanno del 2010 è stata animata non solo dai botti usuali, ma anche dal mio peregrinare tra una milonga e l’altra di fine anno.

Ho fatto il giro delle feste, organizzate a Roma, la notte di capodanno: sono state tutte una fregatura.
Nemmeno una organizzata in maniera decente, dalle ville sontuose, ai locali, alle strade, si riconferma la mia impressione già scritta sul tango a Roma, otto volte su dieci, solo come business, per di più gestito da persone impreparate e incompetenti, con uno scopo unico: solo il guadagno senza attenzione alla cultura o ad altro.

In questo clima depresso ho preso una decisione: vado a Buenos Aires.
Mi sono organizzato e sono partito, sono stato a Buenos Aires, la mecca del tango come la chiamano loro.
E ora che sono tornato vi racconto qualcosa, qualcosa di interessante, spero.

La partenza, l’arrivo e le prime impressioni.

Premetto che non scenderò nei particolari, questi diari da Buenos Aires non vogliono avere la pretesa di essere una guida turistica.

Il viaggio per Buenos Aires, o Baires, è lungo, 14 ore, ed è costoso se non lo prenotate con molto anticipo.
Arrivati, siete stonati sia dal fuso orario che dal cambio di clima, che è l’opposto rispetto al nostro.
Ora fa caldo, è la loro estate.

In Aeroporto, per la verità modesto, niente di speciale, potete cambiare la valuta, e insieme al denaro avere subito anche dei buoni consigli per non farvi fregare: consigli accompagnati anche da un volantino che illustra le vecchie valute del paese, sembra infatti che ai turisti qualcuno tenti di spacciare vecchie banconote fuori corso per fregarvi i soldi, questa notizia accompagnata da quella che anche i tassinari cercheranno di fregarvi con il cambio vi dà subito la misura di dove state per sbarcare.

A me non è capitato, ma ad altri che ho incontrato si, per cui confermo che non sono solo leggende.
Il tassista che mi ha portato in città ha attaccato subito chiacchiera, lo fanno tutti o quasi, si impicciano di tutti i fatti vostri e molti affermano di essere di origine italiana.
L’impressione trovandosi in mezzo a queste persone è quella di trovarsi in qualche parte di Italia, solo in una collocazione temporale differente, ovvero sembra di trovarsi da noi, o in Spagna, solo spostati indietro nel tempo di qualche decennio.

Una volta in città vi rendete conto che in questo paese l’euro è molto potente, il cambio molto vantaggioso per noi vi farà fare una vita comoda e agiata.
Questo mi ha fatto subito pensare alle torme di argentini sbarcati in europa, in Italia prevelentemente, in questi ultimi anni. In termini di costo della vita e di cambio, da noi guadagnano dalle 4 alle 6 volte in più che nel loro paese, a volte anche 10 volte tanto.
Il che significa che qui tutto costa dalle 4 alle 10 volte di meno che da noi.
Tutti gli argentini che avevano un parente da noi o la possibilità di venire per lavorare e guadagnare di più lo hanno fatto, e parlo ovviamente del tango.

In questo clima di euforia economica mi sono sentitito io l’americano della situazione, potendo spendere e spandere senza problemi mi sono lanciato H24 nella mecca del tango, a capofitto.

Per ora vi saluto ma a presto il seguito.

E’ bene che sappiate che anche a Baires quando entro in milonga è sempre il IV° Atto della Carmen:

È il giorno della corrida.
La folla attende Escamillo, che entra trionfante nell’arena, a testa alta.

Escamillo


Written by admin in: Cultura, Varie | Tag:, ,
Dic
20
2010
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Escamillo e adesso baciami come sai fare tu

I Diari di Escamillo #6

L’ho vista di nuovo, “adesso baciami come sai fare tu”.
Non quella vera, quella abbandonata, ma la mia, quella con cui avevo ballato, intendo dire quella con il ragazzo che ha difficoltà a passare sotto le porte.
Adesso avete capito.
Era di nuovo in milonga, mi faceva gli occhioni, una mirada molto insistente, direi, se proprio volete essere “tecnici”.
Ma a me piace di più dire che mi faceva gli occhioni, con sbattito di ciglia e quant’altro.
Credo sospetti che io sia il redattore di questi diari: Escamillo !

Per servirvi, cari lettori, con le ultime riflessioni tanguere pre natalizie.
“Adesso baciami come sai fare tu” deve aver letto il diario e poi ha fatto 2 + 2.
Per questo, dopo la prima tanda e una raffica di domande indiscrete, ho finito per piantarla in asso.
Ad un certo punto per mascherare ancora la mia identità le ho detto : “Ma no ! Dai, a chissà quanti altri poi ti sei rivenduta questa battuta, non sono io Escamillo !!”
Il suo sguardo perplesso l’ha tradita, ce l’aveva scritto in faccia che se l’era rivenduta di nuovo la storia “adesso baciami come sai fare tu !”, che io, a mia volta avevo riciclato da quella vera.
Ah ah infingarda ! E adesso, se leggi questo, ne hai la certezza ! Sai chi sono ma non puoi dirlo.
Magari anche il tuo lui legge i diari !

Grazie, ci ballo bene con te, sei carina, ma vai bene solo per fare qualche impiccio.
E, purtroppo, di impicci, ce ne ho già troppi, per cui non se fa niente.

Sapete, torniamo al tango, sono tanti i motivi che mi hanno avvicinato al tango, uno sicuramente è stato la sensazione di aver trovato qualcosa di “vero” e di genuino.
In queste atmosfere cariche di forti sensazioni, passioni, sentimenti, si ha il sentore di essere appagati da qualcosa di genuino.
La mia donna ideale è così: vera, genuina, capace di forti passioni.
Merce rara, vorrei tanto incontrare qualcuna che mi sorprenda, che sia lei e che non cerchi di essere qualcos’altro. Senza paura, sicura, sincera.
Non ne posso più di relazioni impicciate.
Il tango lo vivo così, sul piatto si mette tutto e subito, chi non lo fa perde tempo, e ho visto che dopo un po’, spaventato, abbandona.
C’è però solo una cosa che spaventa me: tutto dura troppo poco, massimo tre minuti.
E’ questo il prezzo da pagare, mi chiedo ? Si può avere tutto ma solo per un periodo brevissimo ?

Raramente ho ballato una tanda intera con la stessa passione che capita nello spazio di in un brano; si capita, non voglio dire di no, raramente, ma capita.
Sbaglio a paragonare il ballo a quello che potrebbe/dovrebbe essere anche una relazione di altro tipo ?
Ho letto il commento “il tango non è liquido” al diario della Luchadora n°7, lo trovo interessante anche se non condivido tutto.

Cara Luchadora probabilmente noi tangueri neofiti, passiamo tutti, prima o poi, nella stessa sequenza di errori o casualità che altri hanno vissuto prima di noi: blocchi, confusioni e paragoni non opportuni tra ballo e relazioni di altro tipo.
Trovo interessante anche la tua osservazione: “…ma se la vita è una milonga… è vero che è necessario avere bravi maestri di vita…ma a cui ispirarsi…il resto viene da sè…devi solo buttarti in milonga!
…Scegli una scuola e poi che…e sia solo la milonga! Meglio se “popolare”!”

Anche qui torni a fare paragoni - forse non opportuni ? che non calzano? - tra il ballo e la vita.
Il ballo è come la vita ? non rischiamo di perdere di vista qualcosa ?
Non vi è capitato mai di vedere i vostri amici tangueri oramai drogati e presi solo dal ballo, che hanno dimenticato, o sostituito, gli altri loro interessi, solo con il tango, e poi vederli infine saturi che esplodono e dicono: ” Ah basta io nella vita faccio anche altre cose, questa attività mi ha preso troppo tempo, smetto”.
Cos’è questo ? incapacità di gestire il proprio tempo, di discernere il giusto peso nelle cose ?
Oppure è un sintomo di crisi, debolezza, se un’attività come il tango ha tutto questo potere, mi chiedo, è l’attività che è potente di suo o noi che siamo deboli, incapaci, non pronti a gestirla ?

Sto imparando delle cose, e non parlo della musica, dei passi. Sto imparando che il tango è “una cura” per molti mali dell’animo, che è una cura dura, e che molti ne vengono anche schiacciati.
Sto imparando cose che non avrei immaginato si celassero dietro a questa avventura.
Che in superficie, anche nel tango abbiamo uno spaccato di quello che ci offre la nostra società, e c’è tutto: ci sono i “tanga” come scrive la luchadora, i tacchi, le calze, le gonne lunghe e corte, le scarpe e le suole; c’è chi le lecca e chi le usa per ballare, ci sono gli uomini soli, le donne sole, le coppie e gli scoppiati.
La rabbia dei disoccupati, e poi l’ignoranza profusa da chi vede solo l’ennesimo affare commerciale e la massificazione che a volte appiattisce tutto.
E poi e poi…

E bravo Escamillo, e poi che ti aspettavi invece, il paese delle meraviglie ?

Imparo che sotto la superficie il tango richiede dedizione, passione, studio, anni, e forse una vita non basta. Mi spavento, poi penso, però meglio così, un gioco che non finisce presto, finchè non mi annoio.
Un gioco nuovo che insegna cosa vecchie, le cose della vita.

La vità è una milonga…. ma nella vita ci sono le milonghe, fanno parte della vita, forse ne sono uno specchio, e nelle milonghe c’è vita.
Si incontrano maestri di vita, maestri di milonga, maestri di tango.
Se sei fortunato, altrimenti si incontrano tutti quei personaggi che si incontrano anche fuori, e che magari non vorresti incontrare.

La Luchadora scrive che non vuole ballare da sola, che non vuole vivere da sola, nemmeno io sapete.
Mentre cerchiamo di ballare insieme al resto del circo, a sorpresa, ogni tanto esce il nano, poi il clown, poi l’acrobata….

Il tango, entità affascinante che unisce tutti in un calderone, dove ciascuno cerca qualcosa di diverso.
Tu che mi leggi cosa cerchi ?

Quando due anime che cercano la stessa cosa si incontrano forse nasce qualcosa di nuovo.
La mia idea è che anzitutto bisognerebbe cercare il tango, capire un po’ meglio di cosa si tratta.
Magari poi capisco anche un po’ meglio questa vita.

Luchadora, pensi davvero che la vita è una milonga ? Io non so, forse no.
Forse in un bacio, quello giusto, è la vita. En un beso la vida, è un bel tango no ?
“e adesso baciami…dai..come sai fare tu”.

Escamillo



Written by admin in: Cultura, Varie | Tag:, ,
Dic
06
2010
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Guida per il Tanguero Neofita parte due

I Diari di Escamillo #5
Guida per il Tanguero Neofita - parte due

Basta, cammino da quasi tre mesi e non ne posso più.

Frequento tre scuole, sto per lasciarne una di sicuro, e le altre due sono in forse pure loro.
In una mi fanno camminare da tre mesi e non si fa niente altro, nella seconda invece non si cammina, ma senza criterio di nessuna tecnica, facciamo perlopiù cose improbabili che chiamano “tango nuevo”, nell’ultima invece si fa un po’ di tutto.
In nessuna di queste mi insegnano nè la milonga nè si parla di tangovalz, nè di musica o di altro.

Ho scelto queste tre scuole, come descritto nel mio diario numero due, secondo certi criteri, ora mi rendo conto che sono stati disonesti nei miei confronti.
In questo diario aggiorno la mia lista dei criteri per il tanguero neofita, nella speranza di salvare qualcun’altro dai miei stessi errori.

Nel mio secondo diario mi ponevo diverse questioni, e una era se insegnare tango argentino era alla portata di tutti, visto che molti si sentivano in grado di darmi lezioni.
Insegnare Tango argentino non è alla portata di tutti. Ci provano in molti ma non ci riescono tutti.
Me ne comincio a rendere conto a mie spese.

Eh già proprio a mie spese, pago tre mensili in tre posti diversi, con tre stili diversi, e ho fatto così proprio per avere una preparazione più completa.
Ora mi dico da solo che sono stato stato stupido, e che della mia stupidità se ne sono approfittati.
Ebbene dicevo, cammino da tre mesi, mi dicono che camminare è fondamentale nel tango, ma poi ?

Non si può mica passare l’intero anno a camminare ! Mi pare che questo l’ho già imparato.
Non si va avanti e mi sento preso in giro, o comunque mi sembra che gli insegnanti allunghino di proposito il brodo per dilungarsi. Quale è il problema ?

Dall’altra parte invece non si fa altro che parlare di tango nuevo e di passi improbabili che ho provato a replicare in milonga e che nessuno capisce, mi riescono solo con le persone dello stesso corso.
Anche qui c’è qualcosa che non va, no ?
Poi parlando con alcuni amici vengo a sapere che è meglio non iniziare con il tango nuevo da principianti, che è uno stile recente, che è meglio prima imparare a ballare dalle basi.
Ma che c’entra?  Non dovrebbero essere comunque gli insegnanti che ti insegnano le basi ? O comunque dirtelo che non è il caso che tu inizi uno stile che richiede basi che loro non ti danno ? Perchè fanno così? Di nuovo mi sento preso in giro.

Si, non me lo dite, ci sono arrivato da solo, quello che non va potrei essere io, l’ho preso in considerazione, MA, allora anche tutti gli altri colleghi di corso hanno qualcosa che non va visto che si trovano più o meno nella mia stessa situazione.
Ripeto: basta, mi sono stancato, inoltre, come dicevo mi hanno anche mentito.

Avevo chiesto se si imparava anche la milonga e il tangovalz, mi dicono di si poi non se ne parla mai.
Ora mi rendo conto che non si impara perchè non la sanno insegnare o ballare nemmeno loro, oppure perchè intendono farne lezioni a pagamento separate.
Non mi pare corretto.

Di musica non si parla mai, non capisco e non mi spiegano i tempi, il ritmo, le orchestre, le differenze, niente ! Non capisco quando devo iniziare e come. E non si parla mai di milonga, codice, regole e storia.
Devo fare tutto da solo, cercarmi le informazioni in rete e quando ho qualche dubbio nessuno mi sa spiegare, oppure si inventano cose. La mirada, figuratevi, l’ho imparata dal diario della Luchadora, e che ne sapevo io.
E’ questo un insegnante ?

Mi dispiace iniziare a constatare che perdo tempo e soldi.
Qualcosa ho imparato, ma non come e quanto mi aspettavo.
Cosa per me più grave è che non si propone mai di andare a ballare fuori in milonga, io ci vado per conto mio, ed è forse per questo che ho imparato qualcosa in più degli altri.

Mi rendo conto che il tango argentino non si impara in tre mesi, ma qui oramai il buongiorno si è visto e non mi è piaciuto, non mollo, ma non soddisfatto lascio questi corsi e cambio.
Mi dispiace per gli amici che lascio, ma, se si svegliano, li ritroverò in milonga.

Che fare ? Sicuramente inizio lasciando una scuola, anzi forse due.
Poi ne cercherò altre stando più attento, intanto aggiorno e allungo la mia lista delle cose da controllare quando ci si iscrive.

Vorrei trovarne una sola alla fine, ma decente.

Segnalo per dovere, onestà e trasparenza che la redazione del blog non mi ha mai segnalato corsi e che io ho scelto per correttezza di non seguirne alcuno eventualmente segnalato da loro finchè scriverò i miei diari.
Questi diari intendono essere la condivisione di una esperienza che torni utile a qualcuno, non la pubblicità occulta o la denigrazione di qualche scuola. Così in queste mie critiche ho scelto di non fare i nomi di quelle che frequento.

Escamillo sei stato ingenuo ?
Non so, io do fiducia a tutti, poi quando è male riposta me la riprendo.
Sono impaziente ? Forse si, ma nella situazione attuale è evidente che non sono contento dei risultati.

Decalogo dei criteri di Escamillo per la scelta della scuola.

Cose da chiedere:
Voi chi siete ?
Da quanto tempo ballate ?
Da quanto tempo insegnate ?
che metodo usate ?
Vi esibite pubblicamente ?
Avete un curriculum ?
Un sito web ?
Fate stage ?
Fate attività culturali collaterali ?
Uscite in milonga ?
Insegnate anche la milonga e il tangovalz ?
Si parla anche di musica a lezione ?
Il tango che si impara da voi poi lo si può ballare con chiunque ?

Sembra dunque che per Escamillo anche le scuole siano un’arena, purtroppo.

Escamillo


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